Nella mtb c’è un accessorio su tutti che considero di fondamentale importanza e del quale nessun biker dovrebbe fare a meno, neanche per i giri più semplici: il casco.
Aperti, integrali, a doppia funzione, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche si ma, quale e che taglia scegliere? E come indossarlo nella maniera corretta? Cercheremo in questa guida di fare un po’ di chiarezza.
Iniziamo con il cercare di capire qual è il casco che fa al caso nostro, tenendo sempre in considerazione che qualsiasi sia la nostra esigenza è bene prediligere quello che ci dia più sicurezza.
Aspetto di fondamentale importanza è la destinazione d’uso, ovvero per cosa ci servirà il casco, dato che se la nostra attività consiste per lo più a scampagnate lungo gli argini di qualche canale d’acqua indossare un casco con mentoniera potrebbe non essere la soluzione migliore.
Vediamo quali sono le varie categorie di caschi e quelle che sono le discipline per cui sono pensati.
Come dice il nome stesso sono pensati per la disciplina più pedalata della mtb: il cross country. Specialità che più si avvicina al ciclismo da strada come intensità e prolungamento degli sforzi, i caschi a lei dedicati sono molto simili a quelli utilizzati in bdc, la differenza più grande si nota nel fatto che quelli per mtb presentano una visiera che offre protezione dal sole e da eventuali rami che potremmo trovare lungo il percorso.
Questi sono caschi molto leggeri ed areati, per via del fatto che si prevede di tenerli indossati per svariate ore, ma sono anche quelli che offrono minor protezione, lasciando esposti viso e la zona occipitale. Quindi non sono propriamente indicati per chi, pur pedalando molto, predilige i sentieri sconnessi e rocciosi.
Oltre a chi pratica questa disciplina questi caschi sono l’ideale per chi ama le lunghe scampagnate domenicali senza velleità agonistiche o anche per chi usa la mtb per il bike to work o come mezzo principale di trasporto.
Questa tipologia di casco prende il nome dalla specialità non agonistica che a mio avviso meglio rappresenta quello che dovrebbe essere il vero spirito della mountain bike: l’all mountain. “Tutta la montagna” letteralmente tradotto, il suo significato sta nel usare la mtb senza fare a gara con altri o con il cronometro ma per godersi la montagna a tuttotondo, salite lunghe ed estenuanti, panorami mozzafiato e discese adrenaliniche, tutto ciò che meglio rappresenta la nostra passione racchiuso in due semplici parole.
I caschi per questa disciplina sono decisamente più protettivi di quelli per xc, essendo studiati per percorsi anche molto accidentati. Presentano sempre una discreta areazione ma sono più lunghi nella parte posteriore, proteggendo di più nuca e zona occipitale.
Sempre a far parte di questa famiglia ma destinati a un utilizzo più spinto(o a chi cerca maggior sicurezza) sono i caschi con mentoniera staccabile. Questi caschi coniugano la versatilità di un casco aperto e la protezione di un integrale, attenzione però a considerarli come tali: a mio avviso il livello di protezione e sicurezza non è pari.
Quindi questa tipologia di casco è indicata per chi pedala molto e predilige discese su singletrack, dove non è raro trovare passaggi tecnici con radici e rocce sporgenti. I caschi di tipo aperto però non sono ammessi (se non per i tratti di trasferimento in salita) per la versione agonistica dell’all mountain, l’enduro. Si possono usare invece, dal 2016, quelli con mentoniera staccabile tipo il Bell Super 2r.
I caschi integrali vengono usati per le discipline gravity, come l’enduro e la downhill, e pur assomigliando molto a quelli utilizzati per il motocross hanno delle differenze strutturali, vediamo quali:
• Omologazione: non è possibile utilizzare caschi da dh su mezzi a motore;
• Peso: essendo destinati ad una disciplina ciclistica dove le velocità sono inferiori rispetto ad una motociclistica, il materiale di costruzione e l’imbottitura sono più leggeri;
• Aerazione: sui caschi da dh sono presenti un maggior numero di prese d’aria.
• Imbottitura interna: essendo caschi chiusi e più pesanti rispetto a quelli visti in precedenza, tenderanno a farci sudare molto, è quindi bene prediligere i modelli con imbottitura estraibile, questo ci permetterà di poterla lavare quando inevitabilmente inizierà ad avere un cattivo odore.
Scegliere la giusta taglia di un casco è uno degli aspetti più importanti, in quanto un casco troppo stretto ci darà sicuramente dolori dovuti all’eccessiva pressione esercitata sul cranio, mentre troppo largo tenderà a muoversi limitando o inficiando le sue capacità protettive.
Quindi come fare a scegliere la taglia giusta per noi? Beh senza ombra di dubbio la cosa migliore è recarsi dal negoziante di fiducia e provare i vari caschi facendosi consigliare da personale qualificato.
Nel caso voleste comprare on line il casco potete utilizzare la tabella delle taglie del produttore, nella quale ad una taglia vi è un corrispettivo in centimetri (con un range di 4-5 cm per taglia). Per prendere questa misura vi occorre un centimetro da sarta, con il quale andrete a misurare la circonferenza del vostro cranio. Una volta ottenuta tale misura non vi resta che confrontarla con la tabella del produttore del casco che avete scelto.
Ogni casco è formato da vari componenti, ognuno dei quali è costruito con materiali diversi per dare al la capacità di assorbire e dissipare la forza in caso d’impatto, vediamo quali sono:
Calotta interna
La calotta interna è il cuore del casco, la parte deputata ad assorbire e disperdere la forza d’impatto, è costruita, nella maggior parte dei casi, in polistirene espanso (polistirolo).
Nei caschi di bassa gamma troviamo uno strato unico e di solo polistirolo, mentre quelli di gamma alta possono presentare dei rinforzi all’interno (per permettere di avere prese d’aria più grandi senza compromettere il livello di protezione) o presentare strati di diversa densità per gestire meglio l’assorbimento degli impatti.
Calotta esterna
E’ la parte che conferisce al casco la capacità di distribuire su di una superficie maggiore la forza d’impatto ed è costruita con materiali molto resistenti agli urti, nello specifico possono essere in:
• Materie plastiche: come il policarbonato, polimero utilizzato anche per le piastre balistiche dei giubbotti anti proiettile;
• Fibre stratificate: come il carbonio, la fibra di vetro, il kevlar o un mix di esse.
L’accoppiamento con la calotta interna può essere con colla nei caschi di bassa gamma, oppure con la tecnologia in-mould, dove calotta esterna e interna sono “fuse” insieme, per quelli di gamma più alta.
Aggancio
Gli agganci servono per tenere il casco fisso al suo posto e per evitare che si scalzi, possono essere in cordura di nylon oppure in polipropilene, con vari tipi di aggancio i più comuni sono a sgancio rapido o a doppia D negli integrali. E’ poi presente, nei caschi aperti, un registro della calzata nella zona occipitale.
Questo paragrafo potrebbe sembrare un’ovvietà ma mi capita molto spesso di vedere persone con i caschi calzati in maniera non corretta, riducendone le capacità protettive.
Quando si calza un casco bisogna fare attenzione a non lasciare spazi scoperti su fronte o nuca (soprattutto con i caschi aperti) quindi il casco deve essere ben centrato sulla testa e sempre nei caschi aperti va regolato il registro sulla nuca sino a sentire una leggera pressione.
In ultimo non ci resta che allacciare la fibbia di aggancio avendo cura di non lasciarla né troppo lasca né troppo stretta, per usare una misura “spannometrica” dovrebbe passare un dito tra fibbia e mento.
L’ultimo aspetto da considerare è la compatibilità del casco con le varie action cam in commercio, diventate oramai un accessorio quasi indispensabile per documentare e rivivere le proprie avventure.
Se è vero che ogni tipo di videocamera sportiva presenta degli attacchi adattabili alla maggior parte dei caschi in commercio, è vero anche che se il casco presenta già una predisposizione o un attacco proprietario le operazioni di aggancio risulteranno meno laboriose e, da non sottovalutare, l’impatto estetico sarà decisamente migliore.
Concludendo
Il casco come già detto non è un accessorio, ma parte integrante e indispensabile dell’attrezzatura che ogni biker dovrebbe avere, e data l’importanza del suo compito il mio consiglio è quello di non andare al risparmio in fase di acquisto e di prendere quello che vi dà maggiore sicurezza.
Fonte: https://www.bikeitalia.it/guida-ai-caschi-mtb/
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