Questo itinerario in bicicletta nelle terre del Brenta è molto coinvolgente, tra la natura rigogliosa che si alterna a tratti più antropizzati ma sempre in equilibrio con essa, e la ricca storia, l’arte e le affascinanti tradizioni.
Il nome di ciclopista è adatto però soprattutto alla prima tratta, quella appunto sulla Valsugana, perché da Bassano a Padova non ci sono percorsi segnalati, mentre da Padova a Venezia il percorso prosegue su strade aperte al traffico automobilistico. Per individuare l’itinerario migliore è consigliabile un attento studio prima della partenza, soprattutto per la presenza di diverse varianti,e di lunghi tratti sterrati che è possibile evitare, o prediligere a patto di essere esperti e dotati di una buona mappa. L’attenzione maggiore va rivolta al percorso nella zona veneta, soprattutto per l’assenza di adeguata segnalazione.
Organizzando l’itinerario in tappe, è bene seguire queste indicazioni:
– Da Caldonazzo a Bassano del Grappa si può seguire la ciclabile Valsugana, ben tenuta, asfaltata e segnalata, il percorso è tranquillo e piacevole.
– Da Bassano del Grappa a Padova ci sono due possibilità: un percorso asfaltato, più adatto al cicloturismo e un percorso sterrato in cui è preferibile l’uso della mountain bike.
– A Padova è possibile optare per un percorso asfaltato su strada promiscua, oppure sterrato da Limena a Stra o sterrato lungo i canali Brentella e Piovego
– Da Stra a Fusina di Venezia il percorso è asfaltato su strada promiscua, solo in parte segnalato, il traffico è scarso ma a volte pericoloso. – Altrimenti, la via più breve è seguire la variante Bassano-Castelfranco-Mestre, senza passare per Padova.
Il percorso è dunque di circa 200km ed è così strutturato:
– Caldonazzo-Bassano : 75 km.
– Bassano-Padova : 60 km.
– Padova-Venezia : 35 km.
– variante Bassano-Castelfranco-Mestre 65 km
In definitiva, per arrivare a Venezia da Padova i km sono appena 35, ma mentre da Bassano a Padova, anche se è complicato, si riesce ad individuare un percorso, qui la praticabilità è scarsa. Dal lungo argine del canale di Piovego alle chiuse di Stra il percorso è ciclabile sterrato. Da Stra alla Malcontenta si devono percorrere stradine interne a sud del Naviglio del Brenta, tutte asfaltate ma aperte al traffico automobilistico che in alcuni punti è intenso. Per arrivare a Venezia bisogna poi prendere il traghetto che parte da Fusina, ma si è costretti a lasciare la bicicletta, vietatissima nella città della laguna, anche se solo condotta a mano. La problematica principale della ciclovia del Brenta è dunque la valorizzazione e il miglioramento di una rete ciclabile che in qualche modo esiste già. Si tratta fondamentalmente di dare organicità ad una serie di percorsi che da Bassano del Grappa in poi risultano male organizzati oltre che mal tenuti. Una grande opportunità da cogliere, se si pensa che insieme alla ciclopista del Sole nella Valle dell’Adige, questo percorso costituisce una dorsale importante per tutti gli itinerari cicloturistici nel Veneto.
Quali sono gli aspetti positivi di questo percorso? Senza dubbio la regione che lo ospita, ricca di fascino e di luoghi da visitare. Per citarne solo alcuni, lungo la ciclabile Valsugana si incontrano borghi e paesini medievali, in particolare a Borgo Valsugana si può fare una sosta per il giro dei castelli, una passeggiata panoramica di 3-4 ore poco faticosa dove spicca il Castel Telvana, tra i più belli del Trentino. Si possono poi visitare i laghi di Levico e Caldonazzo, sorgenti del Brenta, la riserva naturale provinciale “Biotopo Fontanazzo” a Selva di Grigno, l’area naturalistica del Brenta a Piazzola sul Brenta, e poi le cittadine di Bassano del Grappa, Padova e naturalmente Venezia.
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