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Ognuno di noi ha provato quella strana sensazione di spossatezza dopo una lunga e dura sessione di allenamento o gara. Questa fase è da sempre interpretata in diversi modi, il più comune e intuitivo è quello del rimanere sdraiati a letto o sul divano. Oggi entreremo nel dettaglio di come ottimizzare la fase di recupero, stimolando la ricostruzione muscolare, dopo allenamenti di endurance, focalizzandoci sulla differenza tra un recupero attivo e passivo.

PERCHÉ IL RECUPERO

Il nostro corpo, come spesso abbiamo già detto, non è una macchina preimpostata ma un interessantissimo sistema di bilanciamenti, crescite, cambiamenti… e così funziona anche l’allenamento. Infatti per migliorare sensibilmente le prestazioni fisiche ed atletiche del nostro corpo, non è abbastanza allenarsi ogni mattina, allo stesso modo, per un lungo periodo, bensì è consigliato variare ogni giorno l’esercizio fisico, seguendo i consiglio o le tabelle di un preparatore esperto nel nostro settore.

Attraverso gli stimoli e lo stress che riceve il nostro corpo, avvengono dei processi metabolici che nella fase di adattamento vanno a ricostituire le fibre danneggiate, sviluppandone delle nuove, per garantire un aumento delle prestazioni. Quindi l’obiettivo dell’allenamento è di creare degli squilibri per sviluppare le capacità di adattamento e ricostruzione, al fine di migliorarci.

ATTIVO O PASSIVO

Per recupero intendiamo tutte quelle azioni che compiamo per ricaricare le scorte di energia del corpo, riattivare le fibre muscolari, favorire gli adattamenti fisiologici e cardiovascolari.

Quando parliamo di recupero passivo, intendiamo sia il defaticamento post allenamento o un massaggio sportivo, sia soprattutto il riposo notturno. Quest’ultimo spesso viene sottovalutato, ma secondo noi è la fase più importante per uno sportivo, soprattutto amatoriale, perché in queste ore avviene gran parte della fase di adattamento e ricostruzione del nostro corpo.

Per quanto riguarda la fase di recupero passivo ci sentiamo di consigliarvi dei prodotti come REGO Rapid Recovery (proteine di soia) o REGO Plus (proteine del latte) appena dopo l’allenamento. Si tratta di una polvere da sciogliere in 500ml di acqua, a base di proteine e carboidrati, con vitamine e Sali per un recupero a 360 gradi durante l’inverno a supporto delle difese immunitarie.

Un altro prodotto, consigliato prima di andare a letto, sono le Proteine Overnight che grazie alla caseina rallentano la digestione, dando un apporto costante di proteine durante tutta la notte, favorendo il recupero e la ricostruzione delle fibre muscolari danneggiate.

Mentre quando parliamo di recupero attivo intendiamo tutti quegli allenamenti che favoriscono la capillarizzazione, la riattivazione muscolare e lo scioglimento delle contratture. In questa fase, solitamente il giorno successivo o la sera stessa, si tendono a svolgere esercizi di stretching o ginnastica, attività sportiva blanda o altre attività che vadano a rilassare le fibre muscolari.

Nei giorni successivi ad una gara consigliamo anche del riposo, per aiutare il nostro corpo a ritrovare il suo equilibrio.
Il più innovativo prodotto che vi consigliamo per questa fase di recupero attivo è senza dubbio il gel proteico WHEY20, si tratta di proteine idrolizzate (quindi senza grassi e carboidrati) nel comodo formato tascabile di un gel, da potersi portare durante l’allenamento di recupero per favorire la ricostruzione.

CONCLUSIONI

Sia il recupero attivo, che passivo, sono molto importanti in un periodo di allenamento per stressare e stimolare il nostro corpo, riportandolo quanto più spesso al suo equilibrio. Questi stimoli, soprattutto con allenamenti ad alta intensità intervallati da riposo o recupero, donano energia e forzo al fisico, garantendo notevoli miglioramenti. Spesso l’errore più comune, è quello di entrare in un circolo di abitudini, che rallentano i miglioramenti o addirittura portano in sovrallenamento.

FONTE: https://www.scienceinsport.com/it/sports-nutrition/recupero-attivo-o-passivo/

Recupero attivo o passivo?