La pista ciclabile Treviso – Ostiglia attraversa tutto il Veneto fino al confine con la provincia di Mantova, di cui Ostiglia fa parte. Lunga 118 chilometri, corre parallelamente a quella che una volta era la linea ferroviaria omonima. Oltre ad avere il nome in comune, entrambi gli itinerari hanno un’origine parecchio complessa.
La ferrovia Treviso – Ostiglia
La ferrovia fu ideata a cavallo tra il XIX e il XX secolo, per consentire un veloce spostamento di materiali e truppe verso il nord, in caso di guerra contro l’impero austro-ungarico. Dopo un iniziale accantonamento a favore di un raddoppio della tratta ferroviaria Padova-Bologna, il progetto ripartì per essere nuovamente bloccato nel 1915 con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
La costruzione iniziò durante gli anni Venti per terminare solamente nel 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale; lo scopo della ferrovia era rimasto immutato nel tempo: la maggior parte dei treni transitanti infatti era destinata al trasporto di truppe e di materiale bellico; venne utilizzata anche per il trasporto di civili (dei treni transitavano in concomitanza con le entrate e le uscite dalle fabbriche) e i nazisti la sfruttarono per deportare gli ebrei nei campi di concentramento in Germania.
Ebbe purtroppo vita breve poiché nel 1944 l’intera linea venne bombardata dall’aviazione alleata. Con la fine del conflitto ci fu un timido tentativo di ripristino della linea ma questa venne lentamente accantonata fino alla chiusura totale della tratta nel 1997.
La pista ciclabile Treviso – Ostiglia
Il progetto della ciclabile, nato a pochi anni dalla dismissione della ferrovia, sta avendo le stesse lungaggini in fase di realizzazione, ma grazie all’interessamento della Fiab e di comitati a favore dell’itinerario come Ostiglia Ciclabile, dal 2005 ad oggi sono stati realizzati 52 dei 118 chilometri del percorso, per la precisione il tratto che va da Treviso a Bevadoro di Campodoro al confine fra le province di Padova e Vicenza: da qui in poi la ciclabile è ancora in fase di progettazione.
L’itinerario è alla portata di tutti, totalmente pianeggiante e alberato e con lunghi tratti in rettilineo; corre prevalentemente su strade asfaltate o ghiaia. Si consiglia un po’ di attenzione durante gli attraversamenti stradali, molto presenti all’interno del percorso e non sempre segnalati in maniera evidente.
Si parte da Treviso: fondata dai Galli, ha avuto il suo periodo di massimo splendore a cavallo del XIV-XVI secolo quando era uno dei principali centri della Serenissima Repubblica di Venezia.
La centralissima Piazza dei Signori è il luogo più importante della città: al suo interno troviamo il palazzo del Podestà con la torre Civica – prossima sede comunale ed edificio simbolo del capoluogo trevigiano – e il Palazzo dei Trecento: conosciuto anche con il nome di Palazzo della Ragione, prende questo nome perché in passato era la sede della suprema corte d’assise civica che era composta da 300 membri. All’interno dei portici del palazzo troviamo una curiosa fontana. Situata originariamente nelle immediate adiacenze della piazza, questa fontana, realizzata intorno alla metà del Cinquecento, durante l’epoca della Repubblica di Venezia aveva una bizzarra caratteristica: ogni volta che si insediava un Podestà, in suo onore dai seni della statua sgorgavano per tre giorni vino bianco e vino rosso!
Il percorso prosegue nella provincia trevigiana senza particolari asperità. Nel tratto fra Quinto di Treviso e Badoere, facendo una piccola deviazione è possibile ammirare la zona dell’Oasi di Cervara, situata nel Parco Naturale Regionale del fiume Sile. All’interno dell’oasi vivono esemplari di cigni reali e martin pescatori, e si trova un antico mulino realizzato nel Trecento e ristrutturato nel suo aspetto originario venti anni fa.
Superato Badoere, l’itinerario si sposta nella provincia di Padova. Qui si corre esclusivamente su strade asfaltate e di recentissima realizzazione (il 20 ottobre 2012 è stato inaugurato il tratto Badoere-Camposampiero-Arsego mentre il 5 ottobre 2013 è stato inaugurato il tratto da Arsego a Bevadoro). Degni di nota sono i passaggi all’interno dell’abitato di Camposampiero, dove la Treviso-Ostiglia si incontra con il Cammino di Sant’Antonio, e il suggestivo passaggio alla vecchia stazione di Trebaseleghe. Facendo una piccola deviazione si può abbandonare questo itinerario per intraprendere la Ciclopista del Brenta.
Arrivati a Bevadoro di Campodoro, la ciclopista si interrompe. Come già detto in precedenza, i tratti nella provincia di Vicenza e di Verona sono ancora in fase di studio. Aggiorneremo questo articolo quando saranno completati nuovi tratti della pista ciclabile Treviso – Ostiglia. Anche così comunque questo percorso permette di scoprire una zona interessante del Veneto, fra storia e natura.
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